LA MACCHINA DEL TEMPO - VILLA SASSI
- Antonio Dacomo
- 18 nov 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 8 dic 2020
Per me che ho operato nel locale per parecchi anni a cavallo del 2000, oltre ad essere un onore ad averci lavorato, sono stati sette anni dai ricordi indelebili.
Villa Sassi a Torino è una delle dimore storiche più sfarzose del panorama piemontese. Una gemma che si erge sulla collina torinese dagli inizi del Seicento, incastonata in un parco lussureggiante di 22 ettari, inserito tra i parchi più belli d’Italia. Nel 1952 fu acquistata dalla famiglia Turati (proprietaria del marchio Carpano) e grazie a Donna Romilda Turati Villa Sassi divenne una ribalta internazionale luogo d’elezione del savoir faire e dell’ospitalità, infatti Villa Sassi dalla metà del secolo scorso, è stato un ristorante tra i più rinomati, tanto che nel 1966 merita tra i primi dieci in Italia la “Stella Michelin”. Negli anni Ottanta assunse le vesti di Relais Chateaux – il primo in Piemonte. Per un cinquantennio il ristorante è stato ad altissimo livello, infatti riuscirà ad ottenere la seconda stella nel 1969 per tre anni, fino alla sua definitiva chiusura alla fine del primo decennio del 2000.

Non è facile trovare notizie dell’ inizio del ristorante, certo che la sua fama è dovuta a un grande chef con un grande nome, Gualtiero Aime con trascorsi nella grande ristorazione di allora, come il Cambio. Grazie ad Aime infatti nel 1966, a Villa Sassi gli viene conferita la stella Michelin. In seguito Gualtiero Aime andrà a guidare le cucine del famosissimo Hotel Billia di Saint Vincent e la sua carriera stellata continuerà.
Frequentata da intellettuali, politici e industriali, la villa divenne un punto di riferimento internazionale. Ancora oggi qualcuno ricorda i rinfreschi e soprattutto i“gelati” serviti alla “Torino bene” che saliva qui per prendere la frescura dall’afa di Torino, giocando a bocce o al mini golf che saliva su per la collina.
Gli spazi esterni e interni della villa erano in grado di ospitare fino a 1000 invitati. Le sale interne, raffinate, eleganti, avevano una capienza massima di 400 posti. Il parco di 22 ettari che circonda la struttura poteva accogliere un comodo e romantico ricevimento all'aperto nei mesi più caldi; e chi non si ricorda dell’impressionante cedro del Libano plurisecolare, tutti volevamo celebrare l’eventuale cerimonia sotto i suoi rami. A Villa Sassi si sono sposati infatti migliaia e migliaia di Torinesi e non solo.
Nei seguenti anni si sono alternati diverse figure alla guida di Villa Sassi, dalla gestione veneta del “Toulà” (società che gestisce il meglio della ristorazione italiana come gli storici ristoranti di Cortina d’Ampezzo e il Biffi scala di Milano) ai direttori Zonta e Rosy Aonzo
poi, Alfredo Beltrame, lo chef Antonio Ibba e poi Enrico Magliocca, fino all’indimenticabile Silvio Rivolta, che nel 1997 mi aveva assunto, chef stellato già nella sua memorabile Bontan di San Mauro. In questi anni la gestione della Villa è portata avanti direttamente dalla proprietaria, al signora Romilda Bollati. E come non si fa a ricordare Armando Dadone e Giuseppe Mollo, i due maître cresciuti sin da giovani nell’ambiente, fautori di “mille servizi” fino alla chiusura. Ed è proprio di uno di questi due che avevo preso il posto, i due maître erano infatti andati in pensione, ed ancora i colleghi di sala, Gatti, Garbarino, Mascarello, Andrea Penna, Rinaldo Giachino, Valerio Mastromauro ed in cucina Marco Rollero, Marco Arbellia, Enrico Magliocca, Mauro Franco.

In cucina ho visto anche crescere degli chef come Abel Martellotti, Davide Damiano, Marco Albano e Andrea Cavaliere ed ho ammirato grandi Chef alternarsi ai fornelli come Carlo Bagatin e Silvio Rivolta.
In decenni di storia di ospitalità Villa Sassi ha visto passare personaggi di fama internazionale tra cui Maria Callas e Roberto del Monaco, il fotografo Helmut Newton e i duchi di Kent, il gruppo degli U2 e la squadra della Juventus, il Presidente della Repubblica Leone, i ministri Prodi e Fini e l’Avvocato Agnelli.
La storia di Villa Sassi Torino:
Eretta nel XVII secolo, assunse prima il nome di Villa Roddi, dal nome dei primi proprietari, per poi diventare dimora di illustri personaggi piemontesi.
Il primo a varcare la soglia di Villa Sassi a Torino fu il presidente del Senato del Piemonte, Gian Giacomo Ferraris. Poi le chiavi di casa passarono al conte Giulio Ludovico di Quincinetto, che impreziosì ulteriormente il parco circostante facendovi costruire una Cappella intitolata al Crocifisso.
Alla sua morte, fu la sorellastra ad ereditare il complesso che passò, in dote, nelle mani di un’altra famiglia illustre. Furono i Marchesi Della Chiesa di Roddi e Cinzano ad ampliare quella che era una vera e propria residenza di villeggiatura aggiungendo una nuova ala. Poi, nel 1832, passarono il testimone al Cavaliere Antonio Nomis di Pollone.
In questi anni, Villa Sassi a Torino venne frequentata da nobili, politici, personaggi illustri, principi e principesse che ricercavano sollievo nello spazio verde della collina torinese. La residenza divenne il luogo di ritrovo per eccellenza, dove si organizzavano cene eleganti, balli fastosi e feste lussuose.

Tra i frequentatori abituali c’era anche Camillo Benso conte di Cavour, che non poche volte raggiungeva Villa Sassi a Torino per circondarsi di arte, natura e tranquillità.
Villa Sassi Torino: la dimora che incantò principi e principesse. Con la morte del conte di Pollone, la residenza passò dal cavalier Carlo Alberto Nicolis di Robilant, poi alla famiglia Reviglio della Veneria, gli ultimi nobili a passare la villeggiatura in collina.
Nel 1952 fu acquistata da Silvio Turati –titolare di Carpano.
Oggi Villa Sassi, proprietà di una società immobiliare già attiva al Palazzo della Luce a Torino, è stata oggetto di un profondo e scrupoloso intervento di restyling interno che, pur rispettando la storicità del sito, noleggia gli spazi a eventi pubblici e privati…..ma questa è un’altra storia.
Novembre 2020
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